Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle
maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha
trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti
abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è
tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!
L’area interessata comprende dagli 8.000 ai 10.000 ettari, e
sarebbero fino a 600.000 gli alberi d’olivo che rischiano
l’eradicazione. Numeri biblici, per uno scenario di
devastazione da film di fantascienza! Pesticidi e diserbanti chimici da
usare con la scusa di eliminare tutti i “serbatoi di inoculazione”, (si
parlava, persino, di irrorazione dall’alto con l’uso degli aerei), e
squadre, financo, di militari, lanciafiamme contro erbe e muschio, ed
eradicazioni!
Si è parlato, non a caso, con preoccupazione e rabbia da
parte dei cittadini, di “shoah degli ulivi”, e di “olocausto chimico del
Salento”, e in tanti hanno perso il sonno per via degli incubi di tutto
questo assurdo scenario da guerra contro tutto ciò che vuol dire
Salento!
Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla rovinosamente, è ormai fin troppo palese.
Dopo esser stati chiamati ad intervenire per studiare la particolare
sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi, (chiamati
anche da alcuni nostri attivisti, cittadini sensibili all’ambiente), dei
tecnici preposti giunti sui luoghi vi trovano sugli alberi diversi
patogeni, insetti e muffe, ma anche poi un batterio, di questo i primi
studi ben dimostrano essere non patogeno per alcuna coltura e,
addirittura, un batterio che esperimenti pubblicati, inoculato
nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie patogene. “Si dà il caso che
le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per
ritenere che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartenga ad una
sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che
esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa
patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul
sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso
degli olivi salentini).
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