martedì 9 ottobre 2012

venerdì 31 agosto 2012

Curiosita' di Roma - San Nicola di Bari a Ostia

Storia della statua di San Nicola  nel borghetto dei pescatori a Ostia lido.
La statua di San Nicola, di provenienza ortodossa,in travertino, e' alta circa 3 m. e pesa pressappoco q. 15; fu donata dalla Turchia alla citta' di Bari, in quanto i suoi abitanti avevano eletto Nicola loro protettore.
Gli abitanti di Bari, avendo fatto scolpire una nuova statua al tempo della donazione, nell'anno 1928 pensarono di mandare la vecchia statua a Roma, in Vaticano.
L'allora Principe Chigi, don Lodovico, capitano della Guardia Svizzera in Vaticano penso' che il posto piu' idoneo alla statua fosse presso il Villaggio dei Pescatori di Ostia, poiche' San Nicola era il protettore della gente di mare.
In quel tempo il vecchio villaggio dei Pescatori si trovava in prossimita' dell'attuale stazione di Ostia "Castelfusano", in localita' "Torre Piastra". Don Lodovico e suo figliolo Sigismondo, detto "montino" residenti allora nella tenuta di famiglia della pineta di Castelfusano, si interessarono presso la Citta' del Vaticano per il trasferimento della statua, dopo aver sentito il parere dei vecchi pescatori, i quali furono ben contenti di accogliere San Nicola tra loro.
La statua di San Nicola arrivo' nel vecchio villaggio nell'anno 1929, trasportata da Roma con un camion di allora, un Fiat 12 bielle. Per sollevarla ed adagiarla sull'arenile fu costruito un cavalletto di legno a tre gambe (capra) con dei pali alti 8-10 metri (sostacchine), comandato da una carrucola ed una fune; dopo tanta fatica e tanta collaborazione dei pescatori la statua fu adagiata sulla sabbia, al centro del vecchio villaggio, davanti alla vecchia chiesetta, con lo sguardo rivolto verso ponente, ad indicare l'accesso alle casette dei pescatori.
La poderosa statua fu sempre un punto di incontro e spesso fu scalata, per gioco, dai figli dei pescatori come testimoniano le varie fotografie.
Quando nel 1933 fu terminato l'attuale Villaggio dei Pescatori e fu aperto il parco della Pineta di Castelfusano e le strade attigue, la statua insieme agli abitanti del vecchio Borghetto da Torre Piastra fu trasferita dove si trova tutt'ora e da allora San Nicola ha continuato a proteggere tutti i pescatori e le loro famiglie (ricerca storica a cura di Orietta Saraceni - Testimonianza storica a cura di Schiano Moriello Nicola, classe 1911)

San Nicola di Bari - Storia
Nato, come sembra a Patara nella Licia (Asia Minore), intorno al 270 d.c., unico figlio di pii e ricchi genitori, Nicola divenne ben presto famoso per le sue elette doti di pieta' e carita'. Il primo esempio ci venne offerto dal suo splendido intervento per salvare dal disonore le tre giovani figlie di un uomo caduto nella piu' squallida miseria, gettando loro di nascosto, nottetempo, nella loro casa, dalla finestra tre borse piene d'oro, in quanto il padre delle tre fanciulle, non potendo regalare loro la dote, si accingeva ad abbandonarle ad una vita di peccato.
Questo episodio ci svela il significato dell'iconografia del Santo che viene rappresentato con un libro sul quale sono appoggiate tre sfere dorate simbolo dei tre sacchetti di monete d'oro con i quali San Nicola salvo' le tre fanciulle dalla prostituzione.
Nicola entro' nel monastero di Sion (Licia), diventando in seguito, per volere divino, arcivescovo della chiesa metropolitana di Mira (l'attuale villaggio turco di Dembre) e partecipando forse al primo concilio di Nicea del 325.
Nicola si distinse subito per il suo ardente zelo pastorale e la sua immensa bonta', operando grandi miracoli, che lo fecero considerare un santo anche da vivo. E' noto come egli rese la liberta' a tre ufficiali condannati ingiustamente a morte dall'imperatore Costantino; come salvo' dei marinai da un naufragio calmando una furiosa tempesta; come preservo' il suo paese dalla carestia incombente, come risuscito' tre giovani chierici assassinati da un albergatore che voleva impossessarsi del loro denaro.
Si narra, inoltre, come Nicola, all'epoca di San Gregorio Magno, abbia sofferto anche la prigione per la fede, da lui coraggiosamente confessata, dal tempo della persecuzione di Diocleziano sino all'editto di Costantino.
San Nicola e' uno dei santi piu' popolari di tutta la cristianita', il cui nome e' egualmente ed ampliamente diffuso sia in Oriente, dove visse ed opero', sia in Occidente, dove sono conservate le sue sacre reliquie, che l'Italia custodisce a Bari: per questa ragione il gran taumaturgo di Mira e' comunemente conosciuto anche come San Nicola di Bari.
Morto il 6 dicembre di un anno compreso tra il 345 ed il 352, il Santo Vescovo Nicola fu sepolto nella chiesa di Mira, dove i suoi resti mortali, fatti sempre segno della piu' profonda venerazione, rimasero sino al 1087, allorche' vennero trafugati da alcuni mercanti italiani che li trasportarono da Mira a Bari, di cui fu eletto Patrono al posto dell'antico protettore San Sabino e dove sul suo sepolcro gli venne eretta una grandiosa ed austera Basilica, meta tutt'ora di incessanti e devoti pellegrinaggi.
San Nicola, santo patrono di Russia, e' anche santo patrono dei fanciulli, degli studiosi, delle vergini, dei marinai e dei mercanti e nel Medioevo fu considerato persino dai ladri come loro protettore.

Usanze
Dalla leggenda dei doni segreti fatti da Nicola alle tre figlie dell'uomo povero, proviene l'abitudine di fare doni in segreto la notte di San Nicola (6 dicembre); per la prossimita' delle due date, il Natale e San Nicola vengono celebrati insieme in molti paesi dell'Europa centrale e settentrionale: Santa Claus, il nome del barbuto e bonario personaggio che porta i doni ai bambini alla vigilia di Natale, e' infatti una derivazione del nome Sanctus Nicolaus. (Ricerca storica a cura di Orietta Saraceni)

giovedì 16 agosto 2012

Il quadrato magico SATOR AREPO (da Wicca)

L’artificio più famose utilizzato sui talismani è il quadrato magico contenente questa formula: SATORAREPOTENETOPERAROTAS
Le parole latine contenutevi si leggono dall’alto a basso e viceversa, da destra a sinistra e viceversa.
Se identifichiamo il Sator (seminatore) con Dio Creatore si potrebbe proporre la seguente traduzione:
“Il Creatore mantiene con cura le proprie opere”
Non se ne conosce esattamente la provenienza ma ciò che appare più misterioso è il fatto che le lettere che compongono il quadrato magico sono le stesse che compongono la parola “pater noster” (padre nostro in latino) con in più una A ed una O (alfa ed omega: l’inizio e la fine di ogni cosa)...leggi tutto

sabato 16 giugno 2012

Ode al vino di Pablo Neruda

VINO color de día,
vino color de noche,
vino con pies de púrpura
o sangre de topacio,
vino,
estrellado hijo
de la tierra,
vino, liso
como una espada de oro,
suave
como un desordenado terciopelo,
vino encaracolado
y suspendido,
amoroso,
marino,
nunca has cabido en una copa,
en un canto, en un hombre,
coral, gregario eres,
y cuando menos, mutuo.
A veces
te nutres de recuerdos
mortales,
en tu ola
vamos de tumba en tumba,
picapedrero de sepulcro helado,
y lloramos
lágrimas transitorias,
pero
tu hermoso
traje de primavera
es diferente,
el corazón sube a las ramas,
el viento mueve el día,
nada queda
dentro de tu alma inmóvil.
El vino
mueve la primavera,
crece como una planta la alegría,
caen muros,
peñascos,
se cierran los abismos,
nace el canto.
Oh tú, jarra de vino, en el desierto
con la sabrosa que amo,
dijo el viejo poeta.
Que el cántaro de vino
al beso del amor sume su beso.

Amor mio, de pronto
tu cadera
es la curva colmada
de la copa,
tu pecho es el racimo,
la luz del alcohol tu cabellera,
las uvas tus pezones,
tu ombligo sello puro
estampado en tu vientre de vasija,
y tu amor la cascada
de vino inextinguible,
la claridad que cae en mis sentidos,
el esplendor terrestre de la vida.

Pero no sólo amor,
beso quemante
o corazón quemado
eres, vino de vida,
sino
amistad de los seres, transparencia,
coro de disciplina,
abundancia de flores.
Amo sobre una mesa,
cuando se habla,
la luz de una botella
de inteligente vino.
Que lo beban,
que recuerden en cada
gota de oro
o copa de topacio
o cuchara de púrpura
que trabajó el otoño
hasta llenar de vino las vasijas
y aprenda el hombre oscuro,
en el ceremonial de su negocio,
a recordar la tierra y sus deberes,
a propagar el cántico del fruto.

venerdì 15 giugno 2012

Pensiero di-vino

Vino color rubino,
Prezioso come l'oro:
"Oh nettare divino
Tu fai cantare in coro!"

Tu dai colore al viso,
Tu provochi il sorriso
E con sincerita'
Fai dir la verita'.


La vita e' una durezza
Per quei che non t'apprezzan
Son brutti e pure storti:
"Che il diavol se li porti!"

Che venga biasimato
Chi il vino ha disprezzato
E sempre sia lodato
Il fesso che ha pagato!

domenica 10 giugno 2012

sabato 9 giugno 2012

venerdì 11 maggio 2012

Fate fogli di poesia (un omaggio ad Antonio Leonardo Verri)

Ieri sera nella sede del Fondo Verri a Lecce ho assistito alla prima delle manifestazioni della rassegna "Le cose di Maggio": un omaggio ad Antonio Leonardo Verri il poeta scrittore di Caprarica che vendeva i suoi foglietti per cento lire agli angoli delle strade di Lecce (questa descrizione e' un po' riduttiva e non rappresenta il personaggio nella sua totalita'). Le immagini i ricordi e gli aneddoti dello scrittore salentino, incantatore di parole e instancabile attivista culturale forse mi hanno non poco influenzato e stamattina mi e' venuto spontaneo scrivere questo:
La cultura non e' letteratura
la cultura e' cio' di cui sei permeato
e' il posto dove sei nato
la madre che ti ha generato
il padre che ti ha insegnato
quello che hai mangiato
cio' che hai amato
cio' per cui hai lottato e ti sei arrabbiato
la terra che hai calpestato
il mare che hai attraversato
la cultura e'... tutto quello che sei
...e se non lo sei piu' vegeti ancora ma sei morto!
Ma quello che scriveva lui era molto piu' forte. Qui di seguito riporto il suo manifesto:
***
Cominciate, poeti, a spedire fogli di poesia 
ai politici, gabellieri d'allegria,
a chi ha perso l'aria di studente spaesato
a chi ha svenduto lo stupore di un tempo
le ribalte del non previsto,
ai sindacalisti, ai capitani d'industria
ai capitani di qualcosa,
usate la loro stessa lingua
non pensate, promettete
..."disarmateli" se potete!
(al diavolo le eccedenze, poeti
le care eccedenze, le assenze anche,
i passeri di tristezza, i rapimenti
i pendoli fermi, i voli mozzi, i sigilli
le care figure accostate al silenzio
gli addentellati, i germogli, gli abbagli ...
al diavolo, al diavolo ...)
Disprezzate i nuovi eroi, poeti
cacciateli nelle secche del mio gazebo oblungo
(ricco di umori malandrini, così ben fatto!)
fatevi anche voi un gazebo oblungo
chiudeteci le loro parole di merda
i loro umori, i loro figli, il denaro
il broncio delle loro donne, le loro albe livide.
Spedite fogli di poesia, poeti
dateli in cambio di poche lire
insultate il damerino, l'accademico borioso
la distinzione delle sue idee
la sua lunga morte,
fatevi poi dare un teatro, un qualcosa
raccontateci le cose più idiote
svestitevi, ubriacatevi, pisciate all'angolo del locale
combinate poi anche voi un manifesto
cannibale nell'oscurità
riparlate di morte, dite delle baracche
schiacciate dal cielo torvo, delle parole di Picabia
delle rose del Sud, della Lucerna di Jacca
della marza per l'innesto
della tramontana greca che viene dalla Russia
del gallipolino piovoso (angolo di Sternatia)
dell’osteria di De Candia (consacratela a qualcosa!).
Osteggiate i Capitoli Metropolitani, poeti
i vizi del culto, le dame in veletta, "i venditori di tappeti"
i direttori che si stupiscono, i direttori di qualcosa,
i burocrati, i falsi meridionalisti
(e un po' anche i veri) i surrogati
le menzogne vendute in codici, l'urgenza dei giorni sfatti,
non alzatevi in piedi per nessuno, poeti
...se mai adorate la madre e il miglio stompato
le rabbie solitarie, le pratiche di rivolta, il pane.
Ecco. Fate solo quel che v'incanta!
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli e poi ricominciate.
Fatevi disprezzare, dissentite quanto potete
fatevi un gazebo oblungo, amate
gli sciocchi artisti beoni, i buffoni
le loro rivolte senza senso
le tenerezze di morte, i cieli di prugna
le assolutezze, i desideri da violare, le risorse del corpo
i misteri di donna Catena.
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli per poche lire!
Antonio Leonardo Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio 1993)
***
Per conoscere meglio chi fosse Antonio Verri:
Un articolo su Antonio Verri (di Salvatore Colazzo)

martedì 8 maggio 2012

Pensiero del mattino

Come una sigaretta
va in fumo
la vita ,
ma vale la pena
d'essere vissuta.
Amala e vivila sino in fondo:
non cercarne il senso,
sei tu che devi dare un senso a questa vita!

martedì 24 aprile 2012

Roma citta' eterna?

Villa Adriana - Tivoli
I Visigoti, gli Unni e gli Ostrogoti
furono peggio dei terremoti,
come i barbari fecero i Barberini:
ora tocca ad Alemanno e Polverini!

"La discarica a Corcolle,
mai vi fu cosa piu' folle,"
nei pressi di villa adriana:
"cosa ti va a pensar sta popolana"!

Ma quel che non sopporto
e' l'assalto al pubblico trasporto
dei parenti del sindaco Alemonno:
"'tacci tua e de tu nonno!"
Dice:"Roma e' sicura, tutto e' a posto"
"ma vattela a pijar 'nder posto!"