venerdì 11 maggio 2012

Fate fogli di poesia (un omaggio ad Antonio Leonardo Verri)

Ieri sera nella sede del Fondo Verri a Lecce ho assistito alla prima delle manifestazioni della rassegna "Le cose di Maggio": un omaggio ad Antonio Leonardo Verri il poeta scrittore di Caprarica che vendeva i suoi foglietti per cento lire agli angoli delle strade di Lecce (questa descrizione e' un po' riduttiva e non rappresenta il personaggio nella sua totalita'). Le immagini i ricordi e gli aneddoti dello scrittore salentino, incantatore di parole e instancabile attivista culturale forse mi hanno non poco influenzato e stamattina mi e' venuto spontaneo scrivere questo:
La cultura non e' letteratura
la cultura e' cio' di cui sei permeato
e' il posto dove sei nato
la madre che ti ha generato
il padre che ti ha insegnato
quello che hai mangiato
cio' che hai amato
cio' per cui hai lottato e ti sei arrabbiato
la terra che hai calpestato
il mare che hai attraversato
la cultura e'... tutto quello che sei
...e se non lo sei piu' vegeti ancora ma sei morto!
Ma quello che scriveva lui era molto piu' forte. Qui di seguito riporto il suo manifesto:
***
Cominciate, poeti, a spedire fogli di poesia 
ai politici, gabellieri d'allegria,
a chi ha perso l'aria di studente spaesato
a chi ha svenduto lo stupore di un tempo
le ribalte del non previsto,
ai sindacalisti, ai capitani d'industria
ai capitani di qualcosa,
usate la loro stessa lingua
non pensate, promettete
..."disarmateli" se potete!
(al diavolo le eccedenze, poeti
le care eccedenze, le assenze anche,
i passeri di tristezza, i rapimenti
i pendoli fermi, i voli mozzi, i sigilli
le care figure accostate al silenzio
gli addentellati, i germogli, gli abbagli ...
al diavolo, al diavolo ...)
Disprezzate i nuovi eroi, poeti
cacciateli nelle secche del mio gazebo oblungo
(ricco di umori malandrini, così ben fatto!)
fatevi anche voi un gazebo oblungo
chiudeteci le loro parole di merda
i loro umori, i loro figli, il denaro
il broncio delle loro donne, le loro albe livide.
Spedite fogli di poesia, poeti
dateli in cambio di poche lire
insultate il damerino, l'accademico borioso
la distinzione delle sue idee
la sua lunga morte,
fatevi poi dare un teatro, un qualcosa
raccontateci le cose più idiote
svestitevi, ubriacatevi, pisciate all'angolo del locale
combinate poi anche voi un manifesto
cannibale nell'oscurità
riparlate di morte, dite delle baracche
schiacciate dal cielo torvo, delle parole di Picabia
delle rose del Sud, della Lucerna di Jacca
della marza per l'innesto
della tramontana greca che viene dalla Russia
del gallipolino piovoso (angolo di Sternatia)
dell’osteria di De Candia (consacratela a qualcosa!).
Osteggiate i Capitoli Metropolitani, poeti
i vizi del culto, le dame in veletta, "i venditori di tappeti"
i direttori che si stupiscono, i direttori di qualcosa,
i burocrati, i falsi meridionalisti
(e un po' anche i veri) i surrogati
le menzogne vendute in codici, l'urgenza dei giorni sfatti,
non alzatevi in piedi per nessuno, poeti
...se mai adorate la madre e il miglio stompato
le rabbie solitarie, le pratiche di rivolta, il pane.
Ecco. Fate solo quel che v'incanta!
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli e poi ricominciate.
Fatevi disprezzare, dissentite quanto potete
fatevi un gazebo oblungo, amate
gli sciocchi artisti beoni, i buffoni
le loro rivolte senza senso
le tenerezze di morte, i cieli di prugna
le assolutezze, i desideri da violare, le risorse del corpo
i misteri di donna Catena.
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli per poche lire!
Antonio Leonardo Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio 1993)
***
Per conoscere meglio chi fosse Antonio Verri:
Un articolo su Antonio Verri (di Salvatore Colazzo)

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